Stretching Dinamico, Stretching Statico e Flessibilità


In questo nuovo articolo parleremo di due differenti tipologie di stretching.

Più precisamente stiamo parlando di stretching dinamico, che necessita cioè di movimento, e di stretching statico, che non necessita di movimento. Di quest’ultimo ce ne sono vari tipi: rilassato, isometrico, attivo e PNF.

Ad ogni modo, ora li vedremo nei dettagli.

Lo stretching dinamico prevede lente e controllate oscillazioni degli arti.

E’ particolarmente consigliato per chi svolge attività come la danza o le arti marziali. Consiste praticamente nell’eseguire movimenti ampi, senza provocare però nessun danno a livello muscolare. Attraverso questo tipo di stretching è possibile sviluppare un ottima flessibilità dinamica.

Per la perfetta riuscita di questa tecnica, è bene fermarsi nel momento in cui si accusano i primi segni di affaticamento.

Lo stretching statico rilassato è invece adatto per le persone più pigre, che non hanno intenzione di muovere nemmeno un dito. È la tecnica più utilizzata per allentare la tensione muscolare, viene infatti eseguito anche più volte al giorno perché non ha controindicazioni.

Questa metodologia di stretching prevede di allungare il muscolo fino a percepire una leggera tensione, e si deve mantenere la suddetta posizione per un tot di secondi.

Quello isometrico invece consente di sviluppare sia la flessibilità statica passiva, che quella attiva. Oltre ad aumentare la flessibilità, questo stretching aumenta anche la massa muscolare. E’ necessario concentrarsi su un muscolo e tenerlo fino alla massima tensione per circa 30 secondi, e poi rilassare.

Lo stretching PNF è il prodotto della tua tecniche appena descritte di stretching statico. Il muscolo viene allungato passivamente e contratto isometricamente, con un conseguente aumento di flessibilità, unità muscolari e forza esplosiva. Per eseguire questa tecnica è però necessario essere ben allenati.

Non meno importante, quello attivo viene utilizzato dagli sportivi per mantenere le prove di forza. Quindi ci deve essere un perfetto equilibrio tra forza, flessibilità e coordinazione nei movimenti.


2 risposte a “Stretching Dinamico, Stretching Statico e Flessibilità”

  1. A proposito di mantenere le prove di forza, non è che mi puoi consigliare qualche esercizio per sviluppare una forza bruta? Grazie, Marco

    • Più che “forza bruta”, mantenere le prove di forza è questione di leve. Ovvero, un corretto bilanciamento del peso corporeo, unito a quel pizzico di forza, flessibilità e coordinazione dei movimenti. Nei prossimi articoli vedrò di entrare nei dettagli. A presto, Cristian